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Post-coronalismo: proiezioni sul mondo che verrà

In un’intervista di qualche giorno fa, l’antropologo francese Jean-Loup Amselle, con un gioco di parole si chiedeva: Peut-on penser le post-coronalisme? Possiamo pensare il post-coronalismo? La domanda di Amselle ci sembra ben posta e riteniamo che per questo blog, per tutti coloro i quali vi contribuiscono e lo leggono, sia arrivato il momento di cogliere questa sfida: pensare, immaginare e progettare il dopo, con gli strumenti che l’antropologia e altre discipline possono offrirci. 


Nel dibattito pubblico e politico in queste ore si parla con insistenza delle necessità di passare alla Fase 2 nella gestione dell’epidemia, con tutte le incertezze del caso. Anche per il nostro piccolo osservatorio etnografico è giunto dunque il momento di stimolare una riflessione che non si risolva nell’annotazione, nell’analisi critica del periodo di sospensione che abbiamo vissuto e ancora stiamo attraversando, ma si proietti verso il futuro provando a delineare scenari, ad anticipare i temi, le valutazioni, le negoziazioni che riguardano il mondo che verrà. Riflettere sul “presente pandemico” ha oggi senso solo se vi riconosciamo l’orientamento verso il futuro che ciò implica, ossia, per citare la formula di Bryant e Knight (2019), “a way of thinking about the indeterminate and open-ended teleologies of everyday life”.

“La giusta distanza” ha cominciato a pubblicare i suoi primi contenuti il 10 marzo, a poche ore di distanza dal DPCM che introduceva le prime, drastiche misure di contenimento e isolamento per l’intero territorio nazionale. Nel mese che è nel frattempo trascorso abbiamo ricevuto una cinquantina di contributi da parte di antropologhe e antropologi che hanno proposto percorsi di riflessione teorica, condiviso spunti legati alla propria quotidianità, raccontato la scelta di implicarsi anche in questo frangente attraverso collaborazioni con il settore sociosanitario. Alcuni ci hanno inviato cronache dai propri contesti di ricerca, anche fuori dall’Italia. Molti studenti hanno trovato nel blog uno spazio di espressione e di confronto. Per tutti noi, più che il contenuto delle nostre analisi, è stato importante l’atto del leggere e dello scrivere, che ci ha permesso di continuare a sentirci parte di una collettività, di non interrompere la rete di amicizie, conoscenze, connessioni che nel corso del tempo abbiamo coltivato attraverso i nostri studi e il nostro lavoro.

Ovviamente non siamo stati i soli a spostare online quanto precedentemente avevamo sviluppato grazie alle diverse edizioni del “World Anthropology Day – Antropologia pubblica a Milano”. A causa delle misue di distanziamento, l’intera vita sociale delle persone in queste settimane si è tradotta in pratiche digitali attraverso social media e video chiamate (Walton 2020). In questa condizione, tutti quanti (inclusa dunque la comunità antropologica e accademica) rischiamo di diventare vittime di un sovraccarico di informazioni, interventi, prese di posizione, opinioni. Talvolta, anche chi gestisce questo blog ha seriamente pensato alla necessità di prendere fiato, stare in silenzio, non contribuire all’overdose di pensieri e parole sul Covid-19.

Tuttavia, le opportunità che ci offre la Fase 2 ci sembrano superiori ai rischi. Se è vero che nessuno di noi era pronto all’impatto della pandemia e in una prima fase ha trovato rifugio nello Spazio profondo della propria comfort zone teorica, ora dobbiamo collettivamente prepararci per il ritorno sulla Terra con strumenti di analisi necessariamente rinnovati. Compiere questo viaggio vuol dire riflettere criticamente sulla stessa antropologia pubblica. Se, con Gramsci (1975), possiamo intendere le crisi come fasi in cui “il vecchio muore e il nuovo non può nascere”, allora decidere come agire durante una crisi come quella attuale, come antropologi pubblici, significa decidere il futuro della nostra disciplina.

Bryant, R., Knight, D.M., 2019, Orientations to the Future: An Introduction, In Bryant, R., Knight, D.M. (eds.), Orientations to the Future, American Ethnologist website, March 8.
Gramsci, A., 1975, Quaderni del carcere, I, 3: 311.
Walton, S., 2020, Social Distancing vs Digital Social Participation in Milan: Notes from fieldwork and after, Anthropology of Smartphones and Smart Ageing Blog, March 23. 

Torino/Milano, 10 aprile 2020
Ivan Bargna, Ilaria Bonelli, Giacomo Pozzi, Giovanna Santanera, Francesco Vietti
World Anthropology Day - Antropologia pubblica a Milano
Università di Milano Bicocca

Per inviare il vostro contributo, scrivete a: anthroday@gmail.com.
Il blog è curato dal gruppo di lavoro del World Anthropology Day - Antropologia pubblica a Milano.