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Il potere della creatività

Questo periodo storico che stiamo attraversando, come ben sappiamo, sta portando ognuno di noi di fronte ad un immaginario specchio in cui la domanda riflessa è: ‘A che punto sono?’. La domanda può rivolgersi a quasi qualsiasi aspetto della vita: ‘A che punto sono del mio lavoro?’, ‘a che punto sono del mio percorso di vita?’ o ancora ‘a che punto sono nella relazione con il mio mio/la mia partner?’.

Ça va sans dire, ogni risposta è lecita, ma difficilmente riusciamo ad arrivarci, specialmente perché sono domande di natura esistenziale ed il alcuni casi il risultato potrebbe essere spaventoso e comportare conseguenze e scelte complesse.
Dunque a questo punto le strade sembrerebbero due: avere il coraggio di mettere in atto soluzioni drastiche e affrontare possibili risvolti negativi, o soccombervi. E' davvero così?
Esiste una componente, un dispositivo di cui tutti siamo dotati, che in questi casi potrebbe venire in aiuto: la creatività.


Per quanto nel senso comune questo termine rimandi a doti di natura artistica, in realtà qui fa riferimento a quella capacità di sviluppare una certa flessibilità e consapevolezza nel pensiero, che permette di aprirsi alle possibilità.
La psicologia da tempo conosce questo dispositivo, che se bene utilizzato dalla persona può facilitare la risoluzione in quei momenti in cui le scelte pesano un po’ di più. Nello specifico, la creatività consentirebbe agli individui di rivolgere la propria attenzione anche a soluzioni apparentemente lontane dalle reali possibilità, individuando risorse innovative, cui prima non si pensava. In un brainstorming creativo per prendere una decisione, è interessante mettersi alla prova e provare a raggiungere anche le idee che ‘non riusciremo mai a farlo!’. Coloro che riescono a mettersi in questa posizione hanno quasi tutto da guadagnare, soprattutto nel lavoro che viene dopo. L’esercizio più complesso, ma anche il più proficuo, consiste poi nell’attivarsi, sempre creativamente, nel portare determinate soluzioni credute ‘assurde’ nella propria vita, e verificare come esse funzionino per noi. Potremmo rimanerne sorpresi.

Ebbene, ho deciso di scrivere questo contributo poiché ritengo che questo tempo riveli di fronte a noi uno spazio molto interessante per esercitare la propria creatività, specialmente per coloro che una volta terminata la quarantena avranno bisogno di cambiare molte cose del loro percorso, e che già adesso lo intuiscono. Come fare? Non esiste un vero e proprio ‘esercizio’ alla creatività, l’invito è quello molto semplice di ‘andare oltre le categorie precostituite’, come direbbe Ellen Langer, studiosa della consapevolezza del pensiero.

Questo invito può tranquillamente rivolgersi anche ai genitori, che adesso hanno forse un po’ più di tempo per dedicarsi ai propri figli: programmare e pensare attività manuali che lascino libero il piccolo di sperimentare tra tante soluzioni in sicurezza e vicino a mamma e papà sarà per lui un momento prezioso. Cercate di capire il perché di certe sue scelte e di spiegare a lui il perché voi prendete certe scelte con lui/lei.
Quali sono i metri di giudizio che adottiamo nella nostra vita? Quanto li reputiamo ‘stretti’? Potrebbero essere un po’ più morbidi?
Quello che agiamo nelle nostre scelte è frutto del nostro pensiero o lo agiamo solo perché ‘è sempre stato così’?
Queste domande, come tante altre, possono essere un buon punto di partenza. Buon lavoro creativo a tutti!

Milano, 10 aprile 2020
Mattia Romano
Laureato in Psicologia per il Benessere
Università Cattolica del Sacro Cuore

Per inviare il vostro contributo, scrivete a: anthroday@gmail.com.
Il blog è curato dal gruppo di lavoro del World Anthropology Day - Antropologia pubblica a Milano.