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Quaranta giorni

Carnevale, Quaresima, Pasqua. Osservando la linea temporale dell'epidemia del Covid-19 in Italia non si può fare a meno di notarne la corrispondenza con la scansione del calendario liturgico di questo periodo dell'anno. Come se il tempo del sacro e del profano, dell'ordinario e dello straordinario, del contagio e dell'isolamento si fossero in qualche modo intrecciati, dando vita a uno spettro di nuovi richiami simbolici.

Tutto è iniziato con il Carnevale. Il 20 febbraio 2020 è Giovedì Grasso, il giorno che apre la settimana delle festività. In quel giorno a Venezia un tempo macellai e fabbri mozzavano le teste ai tori e a Firenze ci si abbuffava a tavola col berlingozzo. Il coronavirus fino a quel giorno in Italia non fa paura: ci sono due turisti cinesi ricoverati all'ospedale Spallanzani di Roma, si è lavorato molto per rimpatriare uno studente italiano bloccato a Wuhan. Poi, il 21 febbraio, si manifesta il primo cittadino di Codogno positivo al virus e da quel momento la situazione cambia. Il Carnevale di Venezia e quello di Ivrea non arriveranno a celebrare il Martedì Grasso del 24 febbraio. Nel mezzo, due giorni in cui le mascherine anti-virus diventano parte integrante delle maschere del Carnevale. Mascherine che come tutte le maschere sono circondate da numerose prescrizioni, da gesti e significati rituali. Che rito è stato per noi il Carnevale di quest'anno? D'inversione o d'iniziazione? O forse un rito funebre? Di mascherine ce ne sono tante: la Mascherina Filtrante, la Mascherina Chirurgica, la Mascherina con Filtro FFP2, la Mascherina Antipolvere e quella Anti-Inquinamento. I virologi non concordano sulla loro utilità. C'è chi le mette e chi no, chi le mette ma le toglie per fumare e per mangiare, chi cammina per strada portandola all'altezza del collo o sulla fronte. Io ne conservo una verde in un cassetto, me l'ha data un dentista ma ancora non mi son deciso ad indossarla. In un paio di giorni tutte le farmacie del quartiere espongono un cartello con su scritto: MASCHERINE ESAURITE.


Anticipata d'un giorno è dunque giunta la Quaresima e siamo entrati tutti in Quarantena: ci siamo dentro e ci rimarremo ancora per un po'. Quaranta giorni di penitenza, di preghiera, di carità e di digiuno. In realtà, per il calendario liturgico cristiano non c'è un'unica interpretazione riguardo all'esatta durata della Quaresima: in base alle diverse tradizioni rituali può essere di quaranta, quarantaquattro o quarantasei giorni. Del resto, neppure noi abbiamo certezze rispetto ai tempi d'incubazione del Covid-19: si pensa vari dai due agli undici giorni, ma può arrivare anche a quattordici, alcuni dicono addirittura a venti. Di conseguenza, variano le durate necessarie per apprezzare gli effetti delle restrizioni che mano a mano vengono emanate per decreto: le scuole chiudono per tre giorni, poi per una settimana, poi per due, poi per un mese, poi per un mese e mezzo. L'ultimo giorno di scuola frequentato dalle mie figlie è stato il 19 febbraio. Il prossimo sarà forse il 6 aprile, ma nessuno può esserne sicuro: "La chiusura si attaccherà alle vacanze di Pasqua e alla fine si rientrerà il 14 aprile, dopo Pasquetta... se va bene", si scrive sulla chat dei genitori della classe 3C. Nel frattempo la Quarantena continua, con tutte le sue misure di contenimento. Ogni Quaresima implica delle rinunce: sono chiusi i bar, i ristoranti e quasi tutti i negozi (ma le consegne a domicilio dei riders sono consentite); è vietato assembrarsi (ma l'attività motoria individuale, le passeggiate solitarie al parco e quelle per i bisogni del cane si possono fare); si può circolare solo se muniti di apposito modulo di auto-certificazione per comprovate esigenze lavorative, ragioni di salute, situazioni di necessità o rientro presso il proprio domicilio. Ne ho stampate una decina di copie e li tengo pronti sulla scrivania, per ogni evenienza.

Quaranta sono stati i giorni del diluvio universale. Quaranta i giorni trascorsi da Mosè sul monte Sinai. Quaranta quelli passati da Gesì Cristo nel deserto digiunando. Quanto durerà ancora la nostra Quarantena? Questa sera, in diretta Facebook, il Primo Ministro Conte ha affermato che per vedere il risultati dei nostri sacrifici dovremo attendere solo "poche settimane, un paio di settimane". Poi potremo tornare a riabbracciarci. E finalmente sarà la nostra Pasqua di Resurrezione.

Torino, 12 marzo 2020
Francesco Vietti
Università di Milano Bicocca

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Il blog è curato dal gruppo di lavoro del World Anthropology Day - Antropologia pubblica a Milano.